domenica 22 giugno 2014

Consolato e rinnovo carte d'identita'/Home office e passaporti. Due servizi a confronto

Per la maggior parte delle persone, estate e' tempo di vacanze.
Ero al settimo cielo per essere riuscita a prenotare un albergo decente ad un prezzo ragionavole. Avevo gia' comprato costumi da bagno e salviettoni. Mi mancava solo la crema solare.
Due settimane fa accendo la televisione e c'e' un servizio della BBC per denunciare i ritardi con cui verranno emessi i passaporti inglesi.
A maggio ho spedito la richiesta per il passaporto inglese di barabino 2 (i bambini nati da genitori non inglesi possono ottenerlo a condizione che questi risiedano qui da almeno 5 anni).
Ho dovuto spedire anche il mio passaporto italiano come parte della documentazione richiesta.
"C'e' sempre la carta d'identita'", direte voi. No, troppo facile.
Era scaduta ad aprile e ho fatto richiesta del duplicato al Consolato italiano a Londra (tutto sempre tramite posta).
Forse, avrei dovuto evitare di fare le due richieste contemporaneamente. Avrei potuto aspettare di ricevere la mia nuova carta d'identita', prima di spedire la documentazione per il passaporto inglese di barabino 2.
E' vero. Detto cio', il sito ufficiale dell'Home office stabiliva un'attesa massima di 3/4 settimane, mentre quello del Consolato italiano ne citava 8 per l'ottenimento della carta' d'identita'.
Ho impiegato cinque giorni per poter parlare con qualcuno dell'ufficio passaporti inglese. La persona con cui ho parlato era semplicemente un operatore del call centre temporaneo, attraverso cui il Governo sta cercando di arginare la situazione. Ovviamente, non sapeva nulla e si e' limitato a dirmi che qualcuno mi avrebbe richiamato entro 4 giorni.
Nel frattempo, decido di telefonare al Consolato. Spiego la mia situazione. La signora ascolta, mi lascia parlare senza interrompere. Penso sia un buon segno. Alla fine del mio monologo, la signora in questione dice: "Non c'e' niente che possiamo fare. Abbiamo messo un messaggio anche sul sito. Ci vorranno 12 settimane dal ricevimento della domanda".
La interrompo: "Non e' vero. Quando ho spedito la domanda, sul sito non c'era nulla. Il messaggio e' stato inserito l'altro ieri".
La signora mi da' ragione. Almeno su quello siamo d'accordo.
Offro di passare al Consolato di persona.
La signora mi informa che l'ufficio per le carte d'identita' non e' aperto al pubblico, aggiungendo che stanno stampando ora le carte d'identita' richieste a marzo (praticamente con un ritardo di 2 mesi rispetto a quanto stabilito sul loro sito precedentemente).
Perdo le mie buone maniere: "Vuole sapere qual'e' il problema? Il vostro modo di lavorare fa schifo e a causa di persone come voi, l'Italia sta andando a rotoli. Voi e la vostra presunzione di aver ottenuto un impiego statale, mentre la maggior parte degli italiani non trova lavoro. E' una vergogna".
Non mi piace generalizzare e ritengo che ci siano impiegati statali che fanno il proprio lavoro con serieta'. Sono stata piuttosto dura a causa di alcune informazioni "di corridoio" che ho ricevuto.
Anni fa conobbi un'impiegata del Consolato. Le sue testuali parole furono: Mi vergogno di percepire lo stipendio, perche' le mansioni che svolgo sono minime, ma quello e' l'andazzo generale".
Tutte le volte che mi sono recata al Consolato, sono stata testimone dell'arroganza e della maleducazione di alcune membri del personale.
In particolare ricordo un paio di episodi:
- un signore anziano sta chiedendo informazioni relative ad una pratica. L'impiegata spiega l'iter da seguire, dicendo che dovra' compilare un modulo online. Il signore la guarda perplesso e osa chiedere "Cosa faccio con questo modulo?". L'impiegata si mette a ridere sarcasticamente e risponde "Ci si pulisca la faccia";
- un ragazzo di origine africana cerca di spiegare la sua situazione (usando un italiano perfetto). L'impiegato spazientito lo guarda dall'alto in basso e gli risponde "Ma non stiamo parlando la stessa lingua. Io parlo italiano e tu?".
Voglio pensare che sia stati episodi sporadici. E voglio credere che la persona che mi ha dichiarato di essere pagata per far nulla, stesse esagerando.
Una cosa e' certa. L'ufficio passaporti inglese si e' trovato nella stessa situazione del Consolato italiano: entrambe non sono in grado di garantire i servizi offerti entro determinate scadenze.
Il Governo inglese ha assunto piu' personale e ha esteso gli orari lavorativi. I giornali hanno gridato alla scandalo e la ministra Theresa May si e' dovuta scusare pubblicamente per il cattivo operato dell'ufficio passaporti.
E l'Italia cosa ha fatto? Qual'e' stata la risposta alle mie accuse da parte dell'impiegata del Consolato?
"Signora, metta tutto per iscritto e ci mandi una lettera".
Ovvio che non perdero' il mio tempo a scrivere una lettera. Farebbe la stessa fine del modulo dell'anziano signore... Ci si pulirebbero la faccia...

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