venerdì 20 marzo 2015

Benvenuto Barabino 3!

Questa e' una storia un po' speciale... Di un neonato piccino piccino, che non vedeva l'ora di venire al mondo...
Penso che con questa frase, iniziero' a raccontare a Barabino 3 il giorno della sua nascita.
Venerdi' scorso, mi sentivo un po' strana. L'ho detto all'ostetrica che mi ha visitato, ma mi ha rassicurato, dicendomi che mancava poco al parto e, di conseguenza, il mio corpo si stava preparando al lieto evento.
Il particolare che le era sfuggito, era appunto che il lieto evento sarebbe avvenuto la sera stessa.
Dopo aver messo i barabini a letto, con la promessa che li avrei portati al museo il giorno seguente, ho cercato di addormentarmi, non prestando molta attenzione al mal di pancia che sentivo.
Mi e' balenata in testa l'idea che stessi iniziando il travaglio, ma mi sembrava assurda. "Sara' il bambino che si sta muovendo" dico a mio marito, cercando di auto-convincermi.
Poco dopo mezzanotte, le contrazioni diventano piu' forti. Panico. Mia madre sarebbe arrivata il giorno successivo e non avevo nessuno a cui affidare i barabini.
Finisco di preparare la borsa dell'ospedale e, tra una contrazione e l'altra, riesco pure a farmi una doccia e uno shampoo (non chiedetemi perche').
Chiamo la mia amica R nel cuore della notte. Risponde. Mi rassicura e raggiunge casa mia in 30 minuti. I barabini, nel frattempo, dormono beatamente.
Saliamo sul taxi e l'autista e' in vena di fare 2 chiacchiere. Io informo mio marito che oltre alle contrazioni, ho anche la nausea.
Il tassista ci dice che siamo saliti su su'auto "fortunata": l'anno scorso una donna non e' riuscita a raggiungere l'ospedale in tempo ed ha partorito nel taxi. Mi chiedo se me l'abbia detto per rassicurarmi o perche' vuole veramente terrorizzarmi.
Arriviamo all'ospedale, sbagliamo ingresso. La porta e' chiusa (da notare che abbiamo commesso lo stesso errore anche quando e' nato barabino 1). Percorro la strada che mi separa dall'ingresso principale, con lo stesso sforzo compiuto da un atleta nell'ultimo Km di una maratona. Le doglie sono ormai cosi' forti da impedirmi di parlare.
Spiego alla receptionista la situazione, mentre mio marito compila dei moduli. Ulteriore ondata di nausea.
L'ostetrica mi accompagna nella mia stanza. Mi chiede di accomodarmi sul letto. Mi visita e dichiara: "Il bambino vuole nascere ora".
"No" replico io. Col tono di una maestra spazientita con i suoi allievi, mi dice che non e' possibile aspettare ed e' arrivato il momento di spingere. L'ostetrica e' tosta. Accetto e decido di fidarmi completamente.
Dopo 30 minuti, abbiamo fra le braccia barabino 3. Il dolore scompare e per una frazione di secondo raggiungiamo la comprensione del nostro esistere su questa terra. Tutto ha un senso ed e' in quel fagottino che stiamo abbracciando.

Un grazie immenso a mio marito, la mia roccia;
a barabino 3, cosi' piccolo e cosi' forte allo stesso tempo. Dal carattere determinato, ma sempre alla ricerca di un abbraccio o di un bacio. Occhi grandi, curiosi di scoprire il mondo e le persone che lo circondano (fra qualche mese capira' quanto lo adorino). Temevo che col terzo pupo le emozioni si affievolissero leggermente, ma mi sbagliavo. E' stato il piu' bel regalo per la festa della mamma (in Inghilterra e' stata festeggiata domenica scorsa);
ad Elaine, l'ostetrica che ha fatto nascere barabino 3. La tua rigidita' mi ha veramente aiutato;
alla mia amica R, per essere sempre cosi' disponibile;
a barabino 1 e 2, per aver accettato il fratellino nella loro vita e per dimostragli gia' cosi' tanto affetto;
al Signore. L'arrivo di un bebe' e' sempre un miracolo ed una benedizione.

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